Azienda agricola "Cristian"

Intervista a Cristian Bonadiman, titolare dell'azienda agricola di Campagna che produce mele.

La mia è un’azienda ortofrutticola, produciamo mele. Abbiamo diversi tipi di mele: principalmente royal gala, golden, stark delicious, granny smith, fuji, imperatore, l’ultima che viene raccolta. La mia azienda è a livello familiare, poi alla raccolta siamo sempre in 12, 15 persone. La mia azienda ha 12 ettari. Quest’anno apro un nuovo campo e arriverò a 18 ettari. Nel terzo anno la pianta dà 15 chili in 15 anni della sua vita, poi va cambiata. Io, facendo un investimento iniziale so che la pianta dà 5 chili già dal primo anno, produzione che poi aumenta. 

C’è un investimento economico all’inizio, però so che recupererò le spese nel giro di 5 anni quando la pianta inizierà la piena produzione. Aprire un’azienda agricola richiede un investimento iniziale molto forte. Se si tratta di cereali o prodotti orticoli il ricavato si ha immediatamente nel primo anno di raccolto, mentre con la frutta l’investimento è a lungo termine.

In agricoltura si è impegnati tutto l’anno. Si inizia in inverno facendo la potatura, quando la pianta è a gemma dormiente, al risveglio primaverile si fanno vari trattamenti per tenere sana la pianta, per prevenire l’attacco dei funghi, con prodotti mirati, fungicidi, insetticidi e nutritivi. 

 

 

 

A primavera inoltrata c’è l’impollinazione, poi inizia il frutticino fino all’estate, quando la pianta fa maturare il frutto. 

 

 

 

A fine estate si fa la raccolta e poi segue la sistemazione del frutteto e i nuovi investimenti. L’impegno è dall’alba fino a sera tardi in tutte le stagioni dell’anno.

 

 

 

Io sono originario dal Trentino e sono sempre stato nell’ambito frutticolo. Mio nonno è della Val di Non e già da piccolo ero molto interessato alla produzione di mele. 

 

In Trentino non c’è molto spazio per aprire altre aziende e poi ho avuto l’occasione di venire a Sequals con altri 5 colleghi e qui ho trovato le condizioni per sviluppare questa passione.

Io ho studiato poco e sono andato subito a lavorare, avevo un buon lavoro in fabbrica, a 18 anni ero già caporeparto, però era un lavoro che non mi piaceva molto, quindi sono andato a lavorare nei meleti con mio zio. Quando poi sono arrivato in Friuli ho visto che le condizioni erano buone: il terreno costa molto di meno che in Trentino, spazi ce ne sono molti e sono più comodi perché sono in pianura. 

Ho poi avuto la possibilità di acquistare questa azienda perché il proprietario era anziano e non aveva figli che proseguissero l’attività. Ci siamo messi d’accordo e ho acquistato la proprietà. 

Successivamente ho contattato una cooperativa che in quel momento aveva dei problemi, ma assieme con altri soci siamo riusciti a riavviarla e ora sta andando molto bene. Le mie mele vanno alla FRIULFRUCT, che fornisce diverse aziende come la COOP, l’INTERSPAR…

 

 

Il 60 % delle mie mele vanno all’estero, Europa, Arabia, Irak, Dubai, Egitto… e il 40% finisce nel mercato italiano, dove il consumo è calato negli ultimi anni. 

Alcune produzioni di mele, come quelle del Sudafrica, arrivano a un prezzo inferiore perché i controlli sono diversi, meno puntuali e precisi dei nostri e quindi ha dei costi inferiori. In Italia i produttori sono molti controllati e tutte le mele sono rintracciabili. Il produttore quindi si sente in dovere di fare molta attenzione a ciò che produce e come lo produce, perché altrimenti rischia di perdere la sua azienda.

Le cose che mi danno soddisfazione del mio lavoro sono, soprattutto, che ogni giorno sei fuori, a contatto con la natura, con la pianta che va ascoltata, curata, percepita. E’ un lavoro faticoso, che non lascia spazio al riposo o alle feste, l’unico periodo di piccola sospensione è solo dal 20 di luglio fino alla metà circa di agosto. 

Chi fa questo lavoro ha una motivazione alta e tanta passione. E’ un lavoro che comunque dà tanto, perché si è all’aperto, in contatto con la natura, le cose da fare sono sempre diverse e il prodotto quando lo si raccoglie dà tantissima soddisfazione. Da un punto di vista economico è importante reinvestire il guadagno nell’azienda, bisogna quindi avere uno sguardo lungo verso il futuro.

 

Le golden, ad esempio, non hanno più molto valore. Una volta erano il cavallo di battaglia delle aziende. Oggi una mela golden vale 20 centesimi, mentre una gala ne vale 40 e l’impegno per coltivarle è lo stesso. Conviene quindi coltivare il tipo di mela che va di più, pur sapendo che riqualificare un’azienda non si fa dalla sera alla mattina, ma ci vogliono alcuni anni.

In questo mestiere servono molte competenze: bisogna avere la conoscenza della situazione e di quello che succede, altrimenti si rischia di perdere e non andare avanti. Sono cambiate le modalità di piantumazione. Stiamo attenti alla produzione e alla cura della pianta, lasciamo più spazio e meno mele in maniera di avere sempre una costante nella produzione.

Noi realizziamo e investiamo sull’azienda attraverso un Busines Plan, che ha degli obiettivi, c’è una pianificazione, delle ipotesi di produzione, che ci guida poi nel nostro lavoro.

L’azienda diventa innovativa perché fa ricerca, investe in nuove modalità di produzione, è attenta alla realtà economica del territorio e, più in generale, a ciò che avviene a livello europeo e globale. Cerca, inoltre, di coinvolgere gli studenti in attività ed esperienze dirette in azienda. Il Friuli e queste zone in particolare sono estremamente interessanti per la coltivazione delle mele e la zona di Sequals-Campagna è l’unico polo. Investire in Friuli rispetto al Trentino è oggi un’occasione.