Alla scoperta di...

Il Museo dell'Arte Fabbrile di Maniago

Il 5 ottobre siamo andati al Museo dell'arte fabbrile e delle Coltellerie di Maniago per conoscere la lavorazione dei metalli nel nostro territorio.

Il Museo è un posto meraviglioso dove abbiamo potuto imparare come si lavoravano nel tempo i metalli e realizzare oggetti in ferro adatti ad aiutare l'uomo nelle sue attività: dai lavori dei campi, alla caccia, alla produzione di armi e altri strumenti.

Circa 5000 anni prima della nascita di Cristo l'uomo scopre come estrarre dai minerali il metallo e impara a lavorarlo. Il primo metallo ad essere scoperto è stato il rame. Successivamente imparò ad unire il rame con lo stagno formando la lega di bronzo. Infine scoprì ed usò il ferro, minerale più diffuso sulla terra.

L'uomo iniziò ad estrarre i metalli martellando la roccia minerale a freddo, dopo scoprì che il calore scioglieva il metallo e iniziò quindi a lavorarlo con il calore del fuoco, infine scoprì e costruì i forni per la fusione.

Il Museo dell'Arte fabbrile e delle Coltellerie si trova all'interno della ex fabbrica CO.RI.CA.MA. la prima industria del paese.

All'interno del Museo abbiamo visto una riproduzione del BATTIFERRO.

Il battiferro è un'officina nella quale  ci sono i "magli a testa d'asino", mossi da un sistema di ingranaggi e da ruote ad acqua. L'acqua scende in un canale con grande forza e velocità muovendo la ruota che a sua volta fa alzare e abbassare i magli. Questa invenzione si ebbe nel 1453 quando il conte Nicolò da Maniago fece costruire un sistema di canali per portare l'acqua alle botteghe e opifici per far funzionare le ruote dei battiferri.

Nelle botteghe si lavorava il ferro per produrre gli strumenti adatti ai lavori quotidiani del paese: falci, falcetti, forbici da vite, cazzuole, pale, zappe... Accanto a questa produzione si sviluppò quella delle  piccole botteghe di casa dove si lavoravano i coltelli, le forbici, le roncole, le britole. Oggi questa produzione è famosa nel mondo e Maniago è conosciuta per la sua produzione di coltelli di qualità.

La visita è poi proseguita con il laboratorio sulla fusione.

Abbiamo impresso lo stampo di un coltellino in una scatolina che conteneva argilla refrattaria, abbiamo poi versato lo stagno fuso a 283°. Lo stagno si è rappreso e per raffreddarlo e indurirlo definitivamente lo abbiamo messo nell'acqua fredda. A questo punto lo abbiamo lisciato con la carta vetrata per renderlo lucido e togliere le sbavature.

Ecco il nostro coltellino di stagno!