Margherita Hack
La signora delle stelle
Biografia
Margherita è nata nel giugno del 1922 a Firenze. I suoi genitori l'hanno chiamata così perchè le margherite fioriscono sui prati in quel periodo. Margherita era figlia unica e spesso sentiva la mancanza di altri bambini con cui giocare, ma i suoi, soprattutto il papà, giocavano con lei. Lui le insegnò a giocare a palla e ad arrampicarsi sulla grosse canne di bambù, a fare amicizia con tutti anche con cani e gatti.
Quando decidevano di uscire era un avvenimento: la mattina presto facevano colazione sull'erba al Viale dei Colli o in un giardino pubblico chiamato Bobolino.
Dai suoi genitori ha ricevuto un'educazione molto anticonvenzionale. Ha ereditato in modo del tutto naturale la tolleranza e il rispetto per ogni essere vivente. Diventò fin da piccola vegetariana: non ha mai mangiato carne in vita sua.
Ha sempre avuto difficoltà a comunicare col prossimo, ma il suo carattere competitivo la ha aiutata più di una volta nella vita a vincere importanti gare di atletica e diventare una scienziata di successo internazionale.
Ha imparato a fare divulgazione scientifica e a dirigere e coordinare organismi di ricerca italiani e stranieri e, come cittadina, a partecipare nelle istituzioni pubbliche.
Nel corso della sua vita ha assistito ai cambiamenti scientifici e tecnologici della società. A Margherita piaceva cambiare e le piacevano i giovani.
La mamma di Margherita aveva il diploma di maestra e si divertiva a strimpellare il pianoforte. Il papà aveva il diploma di contabile. Si interessava di astronomia e aveva letto i libri di un famoso astronomo e divulgatore francese. Aveva un buon impiego come contabile presso la Fondiaria, la società che forniva energia elettrica a tutta la Toscana. Un giorno tornò a casa e disse che era stato licenziato...per motivi di salute, ma in realtà fu per motivi politici. Il padre non avrà più un impiego fisso e sarà la madre a sostenere la famiglia.
Margherita cambierà casa molte volte finchè si stabilirà con la sua famiglia in Via Leonardo Ximenes, noto astronomo, vicino all'Osservatorio Astrofisico, dove visse fino a 32 anni.
Con il trasferimento a Trieste si stabilirà a Roiano, una casa adatta a contenere decina di migliaia di libri e a ospitare cani, gatti e altri animali.
Margherita amava molto i libri. A cinque anni il suo primo libro è stato Pinocchio. Quando era piccola Margherita passava gran parte del tempo in giardino a giocare con una bambina, Serena, oppure faceva delle passeggiate con il padre in mezzo ai campi. Lui le insegnava a prendere con un coltellino le piantine di margherite con tutte le radici e poi a piantarle in giardino.
Margherita imparò da sola a leggere e scrivere e così frequenterà a tratti lezioni private, finchè prenderà la licenza elementare. Passerà poi al Ginnasio "Galileo Galilei", il più antico di Firenze. A scuola andava bene e passava il tempo libero all'aperto.
A 11 anni nel 1933 conobbe Aldo, che diventerà suo marito.
A maggio del 1938 fu invitata a partecipare a Giochi della Gioventù, così senza allenamento partì per Roma insieme alla squadra fiorentina.
Ai giochi fece una figura disastrosa, ma venne notata da Danilo Innocenti, ex campione italiano di salto con l'asta, che la invitò ad andare ad allenarsi sotto la sua guida nel campo della Società di Atletica "Giglio Rosso". Margherita aveva sempre desiderato fare atletica e questa era la sua occasione. Fu per caso che cominciò così la sua carriera sportiva.
Nel 1937 con Andrea, un amico e compagno di sport, compì la sua impresa ciclistica più dura: andarono a Viareggio in giornata. La bicicletta rimase per lei una grande passione.
Con l'emanazione delle leggi razziali, Margherita assistette all'allontanamento di studenti e professori dalla scuola, portandola a rifiutare il fascismo e l'antisemitismo, che manifestò un giorno a scuola dicendo quello che pensava. A causa di ciò si prese una sospensione e rischiò di non superare l'esame di maturità.
Il 10 giugno 1940 l'Italia entrò in guerra e gli esami furono soppressi, così Margherita ottenne il diploma.
Margherita che svolgeva i temi in mezz'ora e aveva facilità a scrivere, decise di iscriversi a lettere, ma dopo la prima ora di noia mortale, cambiò idea e si iscrisse a fisica, dove decise si seguire il corso di astronomia che si teneva all'Osservatorio Astrofisico di Acetri. Quando decise di preparare la tesi di laurea l'unica alternativa possibile fu l'astronomia e così, sotto la guida di Fracastoro, intraprese il suo primo lavoro di ricerca che le aprì le porte verso la sua nuova professione. Il periodo della sua tesi coincise con gli ultimi mesi della 2° Guerra Mondiale. Il 7 agosto 1944 i tedeschi si ritirarono da Firenze e Margherita come tanti camminava in una città deserta e piena di macerie. Riuscì a dare la tesi nel gennaio del 1945 e vinse anche il concorso per assistente di ruolo alla cattedra di astronomia.
Margherita si sposò con Aldo, unita dall'affetto e da interessi culturali. Vissero nella casa dei genitori conducendo una vita semplice con tanti libri e animali.
Il 25 aprile 1945 l'Italia fu liberata dal nazifascismo. In agosto esplosero due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, la 2° Guerra Mondiale era finita.
Nel 1947 Margherita, andò a lavorare a Milano alla Ducati, dove doveva scrivere delle istruzioni per una nuova macchina fotografica. In seguito alla crisi economica ritornò a Firenze e iniziò una ricerca autonoma sulla stella Tauri. Nel 1949 vinse il concorso come assistente di ruolo alla cattedra di astronomia.
Margherita nel 1954 andò a Parigi all'Istitut Astrophyique con una borsa di ricerca. A Parigi inventa una nuova funzione matematica che permetteva di rilevare gli spettri stellari. Questo lavoro fu pubblicato.
Si trasferirà poi all'Osservatorio di Merate, dove si concentrerà sulla ricerca. Anche il lavoro di questo periodo sarà pubblicato.
Ottenne una borsa di studio in Olanda a Utrecht al centro di fisica solare. Qui lavorò per capire i messaggi contenuti nella luce di una stella.
Nel 1955 partecipò al Congresso dell'Unione Astronomica Internazionale a Dublino dove conobbe Otto Stwe che le consentì di entrare al Dipartimento di Astronomia dell'Università di Berkeley in California, dove si dedicò allo studio di stelle molto particolari.
Alla fine del 1959 Margherita si ammalò e si sottopose a una brutta operazione. Durante la convalescenza potè leggere e finire i suoi lavori. All'inizio di ottobre la mamma morì e il babbo rimase solo.
Continuò il suo lavoro a Merate fino al 1963, insegnando anche a Milano. In Italia aveva stretto delle utili relazioni con gruppi di fisici. Nacque il Gruppo Italiano di Fisica Cosmica, chiamato GIFCO.
Fu quindi chiamata a Trieste, dove dovette faticare moltissimo per farsi accettare. Divenne titolare della cattedra di astronomia all'università e nel giro di poco tempo il corso divenne molto frequentato.
Nel 1967 cercò un terreno adatto per la ristrutturazione delle strumentazioni dell'Osservatorio. Fu individuato sul Carso a Basovizza, dove furono installate le prime strumentazioni per la "radio astronomia solare". Le ricerche lì effettuate ebbero grande riconoscimento nazionale e internazionale. Un grande aiuto fu dato dal fisico pachistano Salam, vincitore del premio Nobel.
Margherita ci mise vent'anni a fare dell'osservatorio di Trieste un centro di ricerca. Dal 1964 al 1984 ci furono delle scoperte importanti tra cui l'esplorazione dello spazio con i satelliti, la teoria del big-bang, la scoperta dei quasar, dei buchi neri... Da qui si svilupperà la ricerca sulla materia oscura, secondo la quale l'universo è in continua espansione.
Nel 1997 Margherita andò in pensione, continuando a scrivere testi di astronomia divulgandola tra i bambini e i ragazzi.
Morì a Trieste il 29 giugno del 2013 a 91 anni.
Come abbiamo lavorato
Abbiamo lavorato per gruppi:
Sofia C., Yasmina, Sofia M., Joseph
Nicola, Mattia, Fabio, Melissa
Giorgia, Manuel, Mirko, Simone
Pierpaolo, Aurora, Lorenzo
Ginevra, Filippo, Elisa
Abbiamo letto e ricavato le informazioni dall'autobiografia scritta da Margherita Hack nel libro "L'universo di Margherita", analizzando due capitoli per gruppo.
Abbiamo poi messo insieme il lavoro dei gruppi per rivedere e produrre il testo.